6.1 PREMESSA
Pur essendo una realtà generalmente
collettiva, perché realizzata nella dimensione del gruppo e della
realtà, il volontariato è realizzato da singole persone che,
in modo individuale e personale, hanno maturato la convinzione di “voler
far qualcosa per gli altri, mettendosi al servizio degli ultimi”. Risulta
pertanto interessante e al tempo stesso doveroso soffermarsi su quelle
motivazioni che spingono ciascun individuo a operare nel sociale.
In verità tali motivazioni
non dovrebbero di per sé sussistere, dal momento che, è già
stato precisato, il volontariato non è una “scelta di vita”, bensì
un dovere a cui ogni cittadino è chiamato ad adempiere dalla Costituzione
stessa. La psicologia, e non solo questa, ci insegna però che ogni
individuo è nella sua originalità diverso dagli altri, sia
per quanto riguarda la personalità, sia per ciò che concerne
l’atteggiamento sociale.
Ognuno matura una scelta valoriale
differente in relazione al proprio cammino esperienziale, pertanto non
tutti si dichiarano pronti e motivati a operare nella volontà del
volontariato.
Dopo questa premessa doverosa circa
la complessità della tematica affrontata, vediamo ora quali sono
le principali teorie atte a spiegare “l’altruismo” come spinta motivazionale
alla gratuità.