2.6    DALL’UNITA’ D’ITALIA AL
         SECONDO DOPO GUERRA

In questi lunghi ed importanti anni, che segnano la storia dell’Italia unita e travagliata dalle Grandi Guerre, si può notare un progressivo orientamento interventista dello Stato nei confronti del problema assistenziale. Questo processo di maturazione si sviluppa in tre diverse fasi, ossia quello della carità legale, cui segue quello della beneficenza legale e una terza dell’assistenza sociale.
La carità legale si identifica con l’atteggiamento dello stato che pur continuando a disinteressassi dei poteri e delle loro reali condizioni, si preoccupa che i beni e le istituzioni di carità proposte alle loro necessità operino secondo una corretta amministrazione. E’ quindi questo lo spirito della legge 3 agosto 1862, n.753, emanata per regolamentare le congregazioni di Carità, piuttosto che occuparsi direttamente dell’assistenza. La scelta dello Stato unitario sembrava quindi rispondere a una duplice esigenza, ossia di rafforzare la borghesia promotrice degli interventi ridimensionando il potere della Chiesa.
Il passaggio concreto delle iniziative assistenziali dirette da  religiosi allo stato comunque si attua solo con la legge Crispi del 1890, che statalizza le opere pie ora denominate “Istituzioni pubbliche di beneficenza”. E’ chiaro quindi che lo stato non interviene ancora direttamente nella gestione dell’assistenza, ma sottopone a controllo pubblico gli enti erogatori.
L’importanza della legge crispina è da ricercarsi non tanto nei fini delle iniziative assistenziali, ancora legati alla ricerca del decoro e dell’ordine pubblico, bensì in una discreta apertura verso un concetto di povertà più esteso e comprensivo (ai bisognosi e indigenti si affiancano gli inabili, l’infanzia da tutelare più dalla nascita). L’intervento peraltro rimane discrezionale e riparatorio, non certo preventivo.
In questo periodo, inoltre, giunge al potere la Sinistra storica, per cui sotto la spinta del movimento operaio prende vigore la teoria pluralista caratterizzata dal libero associazionismo con finalità solidaristiche e assistenziali. Infatti, mancando l’intervento attivo dello Stato il movimento operaio con la partecipazione di coltivatori, artigiani e altri lavoratori autonomi attua una sua forma di solidarietà attraverso le società di mutuo soccorso a difesa e prevenzione di gravi eventualità quali malattie e infortuni (Sandra Rocchi, 1993, pp.28-29).
Ecco quindi che il verificarsi della Rivoluzione Industriale e il conseguente malcontento diffuso in tutta Italia hanno determinato il progressivo passaggio dello Stato da una concezione meramente assistenziale al sistema della previdenza.

Previdenza sociale

Assistenza sociale